Se l’Inghilterra è la casa madre del calcio, il paese dove questo si è sviluppato e radicato maggiormente è senza dubbio l’Italia. Primo paese a vincere due mondiali (1934 e 1938, esattamente la seconda e terza Coppa del Mondo della storia), ad oggi la nostra nazionale è seconda solo al Brasile per numero di titoli iridati. Il motivo è presto detto: vista la passione del popolo italiano per il pallone, la maggior parte dei ragazzi in tenera età si avvicina proprio a questo sport, con maggior possibilità quindi di sfornare grandi talenti.
Dagli albori fino al dopoguerra
Il primo giocatore da ricordare è sicuramente Silvio Piola: attaccante dall’incredibile fiuto del gol, le sue 274 reti in 537 partite – tra il 1929 e il 1954 – gli valgono ancora oggi il titolo di miglior marcatore della storia del nostro campionato. La sua grandezza è stata inoltre riconosciuta da due delle squadre in cui ha militato, vale a dire Pro Vercelli e Novara: entrambi gli stadi infatti portano il suo nome. Altro impianto sportivo dedicato a un grande del passato è San Siro, nonché Stadio “Giuseppe Meazza”, omaggio al fantasista, ricordato soprattutto in maglia Inter e ritenuto da parecchi il migliore italiano di tutti i tempi. Chi invece dovette fare i conti con fattori esterni più grandi di lui fu Valentino Mazzola: dopo aver riscritto la storia del calcio negli anni ’40, il capitano del Torino degli Invincibili cadde vittima della tragedia di Superga, il 4 maggio 1949. Sull’altra sponda della città della Mole troviamo invece Giampiero Boniperti, grande attaccante della Juventus.
Dagli anni ’60 al nuovo millennio
In questo lasso di tempo abbiamo forse i più grandi talenti, sia come qualità che quantità, del nostro calcio. Partendo dal primo Pallone d’Oro tricolore, vale a dire Gianni Rivera, centrocampista dalla classe cristallina e ribattezzato Golden Boy. Insieme a lui troviamo “Rombo di tuono” Gigi Riva, miglior marcatore della storia della Nazionale e in grado di guidare il Cagliari, praticamente unica squadra della sua carriera, allo storico scudetto del ’70. Insieme a loro troviamo anche Sandro Mazzola, figlio di Valentino e colonna della Grande Inter, dominatrice in Italia ed Europa, che annovera anche il compianto Giacinto Facchetti, grande terzino: tutti i giocatori sopracitati vinceranno con l’Italia gli Europei del ’68 e saranno vice campioni del Mondo nel 1970, in Messico. Proseguendo con la nostra cronistoria troviamo Dino Zoff, storico portiere della Juventus e dell’Italia in grado di vincere il Mundial dell’82 a 40 anni. Con lui anche i liberi Scirea e Baresi: il primo morì pochi anni dopo in un incidente, mentre l’altro divenne una colonna imprescindibile del Milan, insieme a Paolo Maldini. A cavallo degli anni ’90 nacque anche la stella di Roberto Baggio, Pallone d’Oro (1993) e prototipo del numero 10 di classe e fiuto del gol. Ben 205 le reti in Serie A, anche se viene ancora ricordato per il rigore decisivo calciato alto nel 1994, quando l’Italia perse il mondiale ai danni del Brasile.
I giorni nostri
Baggio non fu l’unico numero 10 di classe assoluta: insieme a lui arrivarono Totti e Del Piero, bandiere di Roma e Juventus. I bianconeri nel nuovo millennio annoverano anche Gianluigi Buffon, forse il miglior portiere della storia, e in compartecipazione con il Milan, Andrea Pirlo, uno dei più eleganti centrocampisti mai visti su un campo da gioco.