Dopo la schiacciante e meritata vittoria del Chelsea nella stagione 2016/2017, la Premier League 2018 presenta numerosi spunti. Innanzitutto i Blues di Antonio Conte dovranno fare i conti con la Champions League, aggiungendo un numero di sforzi psico fisici non indifferente rispetto all’anno scorso: sforzi che potrebbero fare la differenza a fine stagione. La rosa infatti non è stata probabilmente rinforzata a dovere per arrivare in fondo ad entrambe le competizioni e provare a trionfare pure nelle coppe nazionali. Potrebbe quindi trovare nuove conferme il vecchio adagio secondo il quale “confermarsi è più difficile che vincere”.
Le outsider (o presunte tali)
Partiamo dal presupposto che quest’anno non ci sarà, neanche lontanamente, la possibilità di un Leicester bis. Nessuna squadra di media classifica è in grado di impensierire i campioni in carica del Chelsea, le due big di Manchester di cui parleremo dopo, o le altre squadre di vertice. Parliamo di Arsenal, Tottenham e Liverpool: andiamo con ordine. I Gunners di Wenger non prenderanno parte alla Champions League dopo moltissimi anni di presenza fissa, e saranno impegnati nell’Europa League: nonostante il tasso tecnico di questa competizione sia inferiore, il dispendio di energie potrebbe essere fatale, vista la rosa poco profonda, per tentare il double. La tradizione inoltre non parla a favore dei biancorossi di Londra nord, che non vincono il titolo dal 2003/2004.
Passiamo quindi al Tottenham: gli Spurs guidati dal maestro argentino Pochettino sono in crescita di anno in anno e una realtà sempre più radicata ai vertici della classifica. Quest’anno, dopo la seconda posizione della scorsa stagione, c’è stata la riconferma in Champions League. Anche qui è però difficile che una competizione così dispendiosa non rubi energie preziose alla marcia scudetto (assente addirittura dal ’60-’61).
Spostandoci da Londra troviamo i Reds di Jurgen Klopp, squadra di grande aggressività e che ha avuto in estate problemi con alcuni suoi gioielli (Coutinho su tutti). Come per Arsenal e Tottenham, anche il Liverpool potrebbe pagare il doppio impegno: se la corsa in Champions finirà però presto, ecco che questo potrebbe trasformarsi in un vantaggio per la cavalcata verso il titolo.
Un affare mancuniano
Mai come quest’anno, la sensazione è che la Premier sarà un derby tra le due sponde di Manchester. Da un lato i Red Devils, lo United di Mourinho, squadra con più titoli nazionali, dall’altra i Citizens del City di Guardiola, alla ricerca del riscatto dopo una stagione deludente. Entrambe le compagini si sono ampiamente rinforzate sul mercato, hanno iniziato la stagione segnando valanghe di gol e, allo stesso tempo, praticamente non subendone. In quanto a roster sono sicuramente le squadre più profonde e con più qualità nella rosa, attrezzate per puntare a vincere sia campionato che Champions League. In particolare il City (Guardiola deve ancora vincere in Premier) è indicato da bookmakers e siti di scommesse come la favorita principale per il titolo (2.25): segue a ruota lo United (3.50), mentre più staccate Chelsea (6.00), Liverpool (12.00), Tottenham (14.00) e Arsenal (25.00). L’impressione è che a fine anno si festeggerà o all’Old Trafford o al City of Manchester.