Da sempre marchio storico della squadra dell’East End, la tifoseria degli Hammers è stata considerata per anni fra le più pericolose e potenti del calcio inglese. Guidata da Cass Pennant, la Inter City FIrm (ICF) fu un vero incubo per rivali e polizia tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’90, quando iniziò la repressione contro gli Hooligans. La tattica dei tifosi era semplice ma ben programmata: vestiti casual senza nessun riferimento alla propria squadra, in modo da potersi mischiare con i normali passeggeri dei treni (Inter City appunto). Una volta arrivati nella città rivale, ecco risse e scazzottate senza fine e, alla fine, un biglietto per i malcapitati: “Congratulazioni, avete incontrato la ICF”.
Il ritorno alla normalità
Dopo il disastro dell’Heysel del 1985, dove gli scontri tra Hooligans provocarono 39 morti prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni, il governo inglese bandì le proprie squadre dalle coppe europee per cinque anni, puntando così sull’autopunizione. In questo modo si voleva reprimere e allo stesso tempo educare i tifosi: altro provvedimento, successivo al “Rapporto Taylor”, fu quello di ristrutturare o ricostruire gli stadi, gestiti direttamente dalle società. Le stesse società vennero insignite di maggiori poteri e la collaborazione con la polizia divenne molto più attenta e proficua. All’inizio degli anni ’90 quindi, il problema degli Hooligans stava scomparendo e il tifo era tornato alla normalità.
I gadget del West Ham
Al giorno d’oggi è possibile comprare una miriade di accessori con i colori e lo stemma della propria squadra di calcio. Anche gli Hammers in questo caso non sono da meno e, per qualsiasi oggetto di uso quotidiano in versione claret and blue si può andare sul sito ufficiale della squadra. Tazze da colazione, ciabatte, accappatoi, penne, portachiavi, cuffie invernali, cappellini, adesivi, oggetti per personalizzare l’auto: veramente di tutto e di più. Immancabili inoltre tutte le divise della squadra, da partita, da allenamento e in versione casual, a partire da maglietta e shorts fino ai pantaloni lunghi invernali e al tipico giaccone antivento. Imprescindibile è la sciarpa d’ordinanza: senza quella ormai allo stadio non si entra più.
Per chi cerca però un vero cimelio, allora ci sono due opzioni (oltre a quella, ormai ovvia, della ricerca sui siti di e-commerce): entrare – nello store – nella sezione degli autografi, dove è possibile trovare foto o magliette usate in campo con la firma dei campioni del passato, oppure cercare nei mercatini locali. Questi sono da sempre fonte inesauribile di materiale prezioso e, a volte, impensabile: non è raro spulciare le bancarelle e trovare un qualcosa che si pensava fosse ormai introvabile da tempo. Spille o magliette di campioni del passato, sciarpe particolari a ricordo di una singola partita importante, gagliardetti, targhe speciali, magari anche un vecchio pallone di cuoio utilizzato in un match simbolico.
Ultima opzione, nonché la più dispendiosa dal punto di vista economico, è quella di rivolgersi a dei collezionisti: sono difficili da trovare e contattare, ma in caso di esito positivo, potrete fregiarvi di un cimelio personale dal valore inestimabile.